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Sur scènes et sur écrans

2004 - Stefano Cutaia

Teatro del Vicolo ? Italie

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Ci sono stati geni nella storia dell'uomo che per destino o per scelta hanno lasciato un solo grande segno invece che una serie di opere o lavori. Uno dei maggiori esponenti di questa particolare branca di artisti è sicuramente Rostand, famoso per il solo Cirano.



È come se lo stesso spirito dell'arte, commisto a passione, amore e sensibilità politica, indipendenza, fierezza e forza si fossero fuse in un unico slancio creativo di una bellezza straordinaria. L'opera va in scena per la prima volta a Parigi nel Dicembre del 1897 e da quella sera ha cominciato ad incantare gli animi degli uomini di tutto il mondo, generando sogni e poesia per chiunque si volesse avvicinare ad essa. È teatro in rima proprio nel periodo in cui la rima trova l'apice della sua crisi; nella stessa Francia dove nasce il decadentismo e la poesia di concetto, le frasi di Cirano si impongono come addio al mondo della forma e inondano la nostra vita come perle immortali alla stregua della ?Commedia? di Dante o del l'Amleto di Shakespeare. Chi non conosce la tirata sul naso o il famosissimo duello in rima dove ?al fin della ripresa, io tocco? o la splendida definizione del bacio sussurrata a Rossana da sotto il suo balcone? C'è una magia di fondo che pone Rostand nel novero dei più grandi autori che l'umanità abbia mai avuto, ma nella ricetta del Cirano alla tristezza cronica del protagonista si mescola una positività tangibile che quasi spinge lo spettatore ad imitarlo e prenderlo a modello. Usciti da teatro ci si sente come più grandi e forti e persuasi che il mondo non è poi così difficile da manipolare nelle proprie mani, perlomeno questo è quello che ho sempre provato io.



Lui combatte e combatte fino alla fine, pregiudizi, ipocrisia, rassegnazione sono i suoi nemici da sempre e nella tomba non potranno seguirlo così come non l'hanno toccato in vita. È l'amore il suo eterno problema, la timidezza di chi sa affrontare cent'uomini da solo, ma che può essere abbattuto da una sola donna a cui si può donare la vita. Cirano di Bergerac è un eroe, l'eroe sconfitto del romanticismo più classico che nonostante questo ha generato una classicità tutta sua e personale; lo si può quasi immaginare, furente dalla rabbia e col fioretto in mano se solo un critico moderno si attenta a paragonarlo a un qualsiasi altro eroe. Io posso solo dire di avere sempre amato Cirano ed ora ho deciso di mettermi a confronto con la sua grandezza per assorbirne in me le incontenibili pulsioni; sono persuaso che il forte spirito di cui Rostand lo ha dotato sia in grado di aiutarmi e di farsi assorbire per uscire più mio anche se uguale a sé stesso perché, banale a dirsi, è proprio vero che c'è un Cirano in ognuno di noi; si deve solo avere il coraggio di farlo uscire fuori, ma attenzione? il difficile è arrestarlo.





Stefano Cutaia





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Publié le 12 / 11 / 2005.


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